L’Italia che cambia è sotto i nostri occhi ogni giorno, cambia il nostro ruolo nel mondo, non più ospiti alle riunioni degli altri ma protagonisti come non lo eravamo da decenni, con l’autorità e l’autorevolezza di rappresentare una Storia millenaria che è centrale nel mondo, con la capacità tutta italiana di farsi ponte e riuscire a gestire tensioni e conflitti. Ho scritto che i dazi non sono altro che un intervento che mira a restituire giustizia e riequilibrare sistemi ingiusti dove merci prodotte con regole diverse concorrono nello stesso mercato e che bene avrebbe fatto l’Europa a trovare un accordo con gli Stati Uniti e per l’appunto il Governo italiano va in questa direzione.
L’Italia che cambia è quella che riduce la pressione insostenibile della immigrazione clandestina, che attraverso il decreto sicurezza prova a trovare soluzioni alla aggressione costante di orde di criminalità di provenienza straniera che ogni giorno ed ogni notte violentano le nostre comunità. L’Italia che cambia, però, è anche un Presidente del Consiglio che per la prima volta dopo 50 anni ricorda Sergio Ramelli, trucidato barbaramente a colpi di chiave inglese da un commando di militanti di sinistra per la sua colpa di essere di destra. Sergio non era un dirigente, non aveva incarichi di alcun tipo, ma era uno studente di destra e solo questo gli valse la condanna a morte da parte dei militanti di sinistra. Morì dopo due mesi di agonia 50 anni fa. Ecco per cinquant’anni di Sergio Ramelli, martire della libertà, non si poteva parlare, bastava la richiesta di intitolazione di una strada, o anche solo un convegno per essere accusati di fascismo, da parte di chi non ha mai voluto ammettere quel martirio! Ecco l’Italia che cambia è anche il Presidente del Consiglio che ricorda Ramelli. E con l’Italia finalmente cambiano anche tante comunità locali, l’Italia che cambia è lo spettacolo su Ezra Pound qualche sera fa al Teatro Verdi di Pisa, Fratelli d’Italia al governo della città significa anche questo, anche poter avere una stagione teatrale libera, pluralista, indipendente e coraggiosa, grazie ai nostri rappresentanti al governo, ad Alessandro Carugini al Teatro Verdi, e a Filippo Bedini assessore alla cultura!
E sapete cosa è bellissimo: che l’Italia che cambia piace agli italiani, i sondaggi ce lo confermano ogni giorno, nonostante una informazione che molto spesso fa il tifo contro ed una sinistra che ogni giorno con la penna rossa in mano ci vorrebbe fare la lezione. In compenso e nel frattempo la sinistra italiana si bea per il successo in Australia dei progressisti. È ancora più bello!