PIR falliti, ma la Regione insiste: occasione persa per i pronto soccorso

PIR diego petrucci Banchelli fratelli d'italia

Sanità, Petrucci e Banchelli (FdI): “I PIR hanno fallito ma la Regione insiste, altra occasione persa per decongestionare i pronto soccorso”.

Prato, 10 giugno 2025: “Errare umanum est, perseverare autem diabolicum. Mai aforisma fu più vero in merito alla notizia che Giani e Bezzini hanno deciso di proseguire la sperimentazione dei PIR – Punti di Intervento Rapido – per altri sei mesi. Queste strutture potevano essere un ottimo strumento per decongestionare i nostri Pronto Soccorso ma purtroppo constatiamo che in moltissimi casi non hanno dato i risultati sperati. Gli unici PIR che hanno macinato qualche numero, sono quelli ad accesso diretto (circa il 70% del totale – degli accessi – fra Torregalli e Figline Valdarno); è davvero assurdo che la Regione voglia proseguire la sperimentazione anche dei Punti con esclusivo accesso mediato dal medico di base o la Guardia Medica come succede a Prato. Una struttura che, guarda caso, ha registrato solo 30 accessi nei primi 50 giorni e solo 296 in 6 mesi, ovvero quelli di un solo giorno al Pronto Soccorso del Santo Stefano. Quale è il motivo che spinge la Regione a proseguire la stessa sperimentazione di un servizio che ha già dato pessimi risultati?” lo affermano il consigliere regionale e vice coordinatore regionale FdI Diego Petrucci e Gianluca Banchelli dirigente di FdI Prato.
“In Toscana – prosegue Petrucci – ci sono ben tre modelli diversi di PIR. Alcuni sono aperti dal lunedì al venerdì, altri sette giorni su sette. Poi ci sono i PIOT, un altro servizio di cure intermedie, ed anche le Case di Comunità.

PIR solo propaganda e spreco di risorse sanitarie

Noi siamo più che favorevoli all’apertura di servizi territoriali che diminuiscano gli accessi ai Pronto soccorso e le liste d’attesa, ma non in questo modo. I toscani devono essere messi nelle condizioni di arrivare nel modo più veloce possibile ai luoghi di cura ma molto spesso i cittadini non sono messi nelle condizioni di sapere che esistono questi luoghi di cura alternativi. Poi arriviamo al caso del PIR di Prato dove si accede con ricetta del medico curante o della Guardia Medica… un ulteriore ostacolo che porta i cittadini a recarsi direttamente al Pronto Soccorso”.
“Sono emblematici i numeri del PIR di Prato – spiega Banchelli -, così come è emerso dalla visita della Quinta Commissione del Consiglio comunale pratese di pochi giorni fa. Numeri che sono una fotografia quantomai reale delle scelte sciagurate in materia sanitaria dell’assessorato Regionale. Ha ancora più il sapore della beffa l’ennesima passerella di Giani al PIR del San Giovanni di Dio a Torregalli, forse l’unico che ha avuto dei risultati, anche se scarsi con 20 accessi giornalieri. Peccato che il PIR a Torregalli si trovi di pronte al Pronto Soccorso dell’ospedale stesso, mentre il nostro è a chilometri di distanza dall’ospedale. E poi che senso ha far accedere le persone al Punto se serve la ricetta della Guardia Medica e questa non opera in orario notturno nella nostra città?”
“Si continua con la politica degli annunci, delle conferenze stampa, dei nastri tagliati invece di progettare bene. Si dislocano medici e infermieri per vedere meno di un paziente al giorno, con ulteriore aggravio al Sistema Sanitario, per prestazioni che ormai oggi sono alla portata di una qualsiasi farmacia.
In Toscana non mancano i soldi per la Sanità, manca chi li sappia spendere bene con progetti seri, ponderati e capaci di massimizzare le risorse a disposizione” concludono Petrucci e Banchelli.